Caltanissetta tra arte e cultura. Caltanissetta è sita nel cuore della Sicilia.L’altitudine sul livello del mare varia tra i 470 metri ai 740 metri del Monte San Giuliano.Non tutto si conosce sulle origini di Caltanissetta, il cui nome pare composto dalle parole Calata (castello) e Nissetta, che secondo il Malaterra proviene dall’arabo Nah’is, dama o femmina, dando così “castello delle donne”.La storia narra che la nascita di Caltanissetta risale al XII secolo a. C., quando un villaggio sicano sull’altura di Sabucina, a circa 4km dalla città, in seguito alla venuta dei greci, venne inglobato all’interno di un insediamento più vasto. Nel XI secolo, il sito della città che era in contrada Xirbi, dovette abbandonare il luogo a causa delle acque piovane che, scendendo dalla collina di S. Anna, la inondava danneggiandola.Durante il ‘500 e ‘600 la città posta intorno al sito della Chiesa Santa Maria degli Angeli, va ingrandendosi notevolmente verso Ovest, dalla parte del convento di San Francesco. Verso Est comincia a svilupparsi un nuovo quartiere, quello del Salvatore, oggi detto San Domenico.Si procede alla costruzione della contrada del Carmine, espandendosi verso il quartiere degli Ebrei, detto anche Zingari. La città si allontana dal castello di Pietrarossa, avvicinandosi inizialmente alla chiesa di S. Domenico e definitivamente alla chiesa S. Maria La Nova, l’attuale Duomo. Nei primi del ‘600, Caltanissetta assume un nuovo assetto, divisa nei quattro quartieri di: Santa Flavia, San Rocco, Zingari e San Francesco.Il centro della vita cittadina, si sposta dal vecchio sito presso la Chiesa San Domenico al piano su cui sono ubicate la Chiesa San Sebastiano e la Chiesa di Santa Maria La Nova. Questo piano detto degli Zingari era un importantissimo nodo viario in cui s’incrociavano gli stradoni che collegavano i principali centri isolani, lungo i quali, da questo momento in poi, si estenderà Caltanissetta.In particolare, il nuovo Collegio Gesuitico eserciterà la funzione di polo di attrazione per lo sviluppo urbanistico, tanto che il collegamento Duomo – Collegio Gesuitico, diverrà il più importante asse viario cittadino. L’assetto urbanistico della città seicentesca permane sebbene notevolmente migliorato durante il secolo successivo.Per quanto concerne lo sviluppo urbanistico di Caltanissetta, va ricordato che la pianta dell’abitato, in questo periodo, suggerisce l’immagine di un’aquila a due teste, una delle quali costituita dalla Chiesa Santa Lucia e l’altra dalla Chiesa della Piedigrotta; una delle ali era la Chiesa di Santa Maria della Grazia mentre l’altra era il Monastero di Santa Croce; il ginocchio destro era la Chiesa della Provvidenza e il sinistro il Convento dei Domenicani; uno degli artigli era il Convento di Sant’Antonio e l’altro la Chiesa di San Domenico; la coda contava cinque penne formate dal Convento degli Angeli, dalla Chiesa di San Giovanni, dalla Chiesa di San Nicola, dal Convento dei Cappuccini e dalla Chiesa di San Giuseppe. L’immagine dell’aquila a due teste, sebbene affascinante, si è andata perdendo durante lo sviluppo edilizio ottocentesco.Con l’unificazione del regno borbonico la Sicilia venne divisa in sette provincie, fra cui Caltanissetta che nel 1851 contava 960 miglia quadrali di estensione ed una popolazione di circa 180.000 abitanti.Dal 1896, Caltanissetta, inizia ad avere un periodo di splendore grazie al distretto minerario solfifero di cui è dotata. Tale impulso economico e industriale sarà la motivazione del varco dei suoi vecchi confini, accordandosi con l’andamento dei due assi viari principali, Corso Vittorio Emanuele II e Corso Umberto I.Nella seconda metà del XIX secolo, l’intervento promosso dalla municipalità nissena, porterà alla creazione del Viale Regina Margherita; la nuova arteria, ampia e diritta, è il prolungamento del Corso Umberto I verso Sud. Nel 1876 iniziarono i lavori della via Della Ferrovia e della via Cavour, per facilitare l’accesso alla nuova stazione ferroviaria, inaugurata in quello stesso anno. Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento l’attività edilizia ferve anche dentro i confini del vecchio centro per via della realizzazione, lungo i due assi viari principali, di magnifici palazzi privati, del Palazzo del Comune e del Teatro Regina Margherita.Con la divulgazione del metodo Flash per l’estrazione dello zolfo (adottato in America), si ha il lento declino dello svilupop nisseno; così, l’economia locale tenderà a ritornare prevalentemente agricola. La città nel 1941, a seguito di un censimento risultava avere una popolazione di circa 40.000 abitanti, e già si espande lungo la strada per San Cataldo (contrade Santa Petronilla, Palmintelli, lungo la Via Ricovero Testasecca), e nella vallività tra il centro urbano e la ferrovia. Soltanto nell’ultimo decennio, infatti, l’espansione edilizia ha interessato le pendici meridionali del Monte San Giuliano e le contrade Balate, Pinzelli, Calcare e San Luca.Tra le costruzioni più importanti rientranti nell’architettura religiosa, rammentiamo: · Il Duomo Santa Maria la Nova la cui edificazione iniziò nel 1570 e terminò nel 1622. · La Chiesa di San Sebastiano risalente al XVI secolo. · La Chiesa di Sant’Agata e il Collegio Gesuitico, fondati nel 1600. · La Chiesa San Domenico costruita nel 1458. · L’Abbazia di Santo Spirito: è la più antica delle chiese nissene e si presume che sia stata costruita prima dell’anno 1000. · Il Redentore (quota 740 metri): in occasione del Giubileo dell’Anno Santo (1899) e l’entrata al XX secolo, venne approvato l’innalzamento, sulle principali alture italiane, di venti monumenti dedicati al Cristo Redentore. Per la regione siciliana fu scelta Caltanissetta e il monumento fu eretto sull’altura del monte San Giuliano, sito che, fin dall’antichità (prima età del bronzo), fu meta di pellegrinaggi religiosi.L’Architettura civile offre valide indicazioni sui vari momenti di splendore che attraversò nel passato la città di Caltanissetta, costruzioni che oggi sono divenute il punto di forza del turismo nisseno: · Castello di Pietrarossa:E’ uno tra i più antichi simboli della storia nissena che fu al centro di importanti vicende a partire dal 1087, quando ne prese possesso il conte Ruggero. Nella notte del 27 Febbraio del 1567 forse per una scossa di terremoto, il castello crollò; restarono in piedi solo pochi ruderi, una torre di guardia in pietra viva, terrapieni, bastioni, ed un ponte di comunicazione · Palazzo Moncada:Nobile edificio che da oltre 3 secoli è protagonista delle vicende cittadine nissene. Posto al centro della città, a poca distanza dal Municipio, è noto per i pensoloni di pietra antropomorfi e zoomorfi posti alla base del piano nobile. La costruzione di stile manieristico iniziata nel 1625 non venne mai completata. · Palazzo Barile:La costruzione avvenne nel XVIII secolo e doveva servire come residenza cittadina della famiglia. · Palazzo Testasecca:Realizzato secondo lo stile neoclassico ospita la famiglia di uno dei personaggi più noti nella Caltanissetta di fine secolo, il Conte Ignazio Testasecca. · Palazzo Sillitti Bordonaro: l’abitazione di una delle famiglie più note nella Caltanissetta del secolo scorso ha in Sillitti Bordonaro l’ esponente più noto. Il palazzo venne fondato nel 1858 interamente costruito in pietra gialla di Sabucina, con un fregio ricorrente sotto l’architrave; pur se i timpani spogli di ornamenti e le nicchie vuote danno la sensazione di un’opera rimasta incompleta. Il palazzo ospitò nel nuovo secolo la Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele per le province siciliane. · Palazzo del Carmine:Il palazzo municipale di Caltanissetta nasce sulle ceneri dell’antica chiesa dedicata a Maria Santissima Annunziata, più comunemente detta del Carmine e dell’attiguo convento dei Carmelitani Scalzi. Fondato nel 1371 in quello che era un antico eremo fuori le mura della città. · Teatro Regina Margherita:Si comincia a parlare di Teatro a Caltanissetta nel 1868, fino a quel tempo in città ne esisteva uno solo in legno. Su progetto dell’architetto Alfonso Barbera, i lavori per la costruzione iniziano nel 1870 per concludersi nel 1873. Occupa in gran parte l’intera area ove un tempo esisteva la chiesa di San Giacomo. Il nuovo teatro viene battezzato “Regina Margherita”. Il 21/04/1874 il teatro è dotato di illuminazione e il 06/03/1875 viene inaugurato con il “Macbeth” di Verdi. Danneggiato dall’ultima guerra , per vent’anni gestito da un privato sarà dichiarato inagibile. I lavori per l’opera di rinnovamento iniziati nel 1973 vengono finiti dopo 26 anni, nel 1999. Parlando di apparati turisticamente rilevanti non si deve dimenticare il fornito impianto culturale costituito dalla presenza di un buon numero di musei sparsi per la città. · Museo Archeologico: Di sicura importanza è il Museo Archeologico Civico all’interno del quale troviamo un vastissimo numero di preziosi reperti archeologici rinvenuti nelle vicine zone degli scavi di Sabucina, della necropoli di Gibil-Gabib, di Vassallaggi (San Cataldo) e di Dessueri (Butera), che consistono in anfore, are, crateri, pissidi, statue e statuette, gioielli in bronzo, arnesi ed utensili da lavoro e da caccia, ecc. risalenti anche a molti secoli a.C. · Museo iconografico Sabucina. · Museo Mineralogico:Lasciando il settore archeologico si può ammirare lo splendido settore minerario del quale conserviamo una grande raccolta di gemme e cristallizzazioni delle più svariate tipologie presso il Museo Mineralogico sito nell’Istituto Tecnico Minerario “S. Mottura”. In questi locali viene svolta annualmente la “Fiera della gemma e del minerale” che attrae un grande flusso di gente del mestiere, di interessati all’acquisto e/o allo scambio di pezzi rari , provenienti da tutte le parti d’Italia. Caltanissetta, inoltre, conserva un valoroso passato nella realtà dei giacimenti minerari di zolfo. · Museo diocesano:Dal settore archeologico si passa a quello religioso citando il Museo di Arte Sacra sito presso il Seminario Vescovile. Una struttura del 1912 che si trova in Viale Regina Margherita, di fronte al Palazzo della Prefettura. Presso il seminario vengono realizzate delle mostre di iconografie e suppellettili a carattere sacro che rivestivono le più importanti chiese del passato. La caratteristica che accomuna questi oggetti sacri (absidi, pissidi, ostensori, calici, candelabri, incisioni, ed altro ancora) è la loro origine proveniente da sapienti mani di artigiani orafi che, conferendovi in tale maniera la giusta unicità di ogni pezzo, ne accrescono il valore con l’impiego di leghe preziose quali oro, argento, platino, bronzo, ecc. · Museo delle Vare:Non meno importante è il Museo del Folklore realizzato presso la Chiesa San Pio X, all’interno della quale vengono custoditi i gruppi sacri del Giovedì Santo (strutture in cartapesta realizzate verso la seconda metà dell’800 di cui Caltanissetta va molto orgogliosa). Durante la Settimana Santa (che coincide col periodo pasquale), i gruppi sacri vengono adornati con composizioni floreali e vengono illuminati per rendere ancora più suggestivo il loro tragitto. Alla festa ricorrono un folto numero di fedeli provenienti da tutte le parti del mondo.Una doverosa parentesi deve essere aperta nei confronti di un monumento, caro a tutti i nisseni: Il Ponte Capodarso. Esso, una delle tre meraviglie della Sicilia accanto al Vulcano Etna e al lago di Lentini. Tale appellativo testimonia quanto tale opera dovesse essere considerata un vero capolavoro di ingegneria per il periodo nel quale fu costruito, il 1553. Metteva in collegamento il monte Sabucina con Capodarso. Dapprima il ponte, costruito sul fiume Salso, era costituito da una sola arcata, poi, nel 1863, in seguito alla costruzione della strada provinciale di collegamento tra Caltanissetta e Piazza Armerina, si rese necessario renderlo carreggiabile con la costruzione di due arcate laterali. Dopo l’ultimo conflitto mondiale l’arcata centrale fu ricostruita in seguito ai danni riportati. Il ponte ricade nella riserva naturale, “Monte Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale”, che per maggiore approfondimenti, si rinvia al sito dedicato a questo luogo incantevole: clicca quì.Caltanissetta vanta numerose infrastrutture sportive di alto livello che non hanno nulla da invidiare con gli impianti delle più grandi città siciliane: · Stadio comunale “Marco Tomaselli”: capienza quasi 15.000 spettatori; · Campi di Pian del Lago 2 (Basket, Beach Volley, Volley, Calcio); · Pala Carelli: capienza 4.000 posti; · Pala Cannizzaro: capienza 1.000 posti; · Pala Chiarandà: capienza 300 posti; · Piscina comunale: capienza 200 posti; · Pista di Pattinaggio di via Rochester; · Stadio comunale “Palmintelli”: capienza 5.000 posti; · Campetti di tennis “Villa Amedeo: capienza 500 posti; · Pista di Atletica Leggera; · Sala Scherma; · Miniautodromo Automodellismo “San Michele”; · Bocciodromo Angeli; · Bocciodromo di via Turati; · Tiro a volo;· Tiro a Segno Nazionale; · Maneggi;