Argomento dibattuto in questi giorni, è quello delle temperature che si registrano per effetto dell’ondata calda Africana.
Purtroppo c’è molta disinformazione, pertanto reputiamo che quest’argomento meriti di esser sviluppato.
Si sente parlare in giro, sui quotidiani, sul web, di fantomatiche temperature fuori da ogni logica: 45, 48, anche più di 50 gradi Celsius. Sono valori reali?
Rispondiamo subito, con cognizione di causa: NO.
I valori termici che vengono riportati dai termometri di farmacie, automobili, radiosveglie ecc…, sono falsati dall’effetto che il sole ha sulle loro superfici. In che senso?
La questione è molto dibattuta. Le stazioni ufficiali, quelle inserite nella rete dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), i cui dati vengono utilizzati per inizializzare i modelli fisico-matematici, devono avere ben determinate caratteristiche.
Naturalmente il problema sta nel prendere atto che il termometro stesso è un corpo e, in quanto tale, assorbe e riemette calore secondo la legge di Planck, la cosiddetta “radiazione del corpo nero“. Noi però non vogliamo conoscere la temperatura del termometro, ma quella dell’aria. Ecco che per ovviare il problema relativo a posizioni esposte o meno al sole, sono nate le capannine meteorologiche, strutture costruite con apposite caratteristiche (materiale isolante e riflettente), poste in appositi luoghi (preferibilmente sopra una distesa di erba) e ad una ben precisa altezza.
Il termometro per dare un dato veritiero deve misurare la temperatura dell’aria; quando è esposto direttamente sotto il sole il dato che ne risulterà sarà fortemente influenzato dall’irraggiamento solare e da altri fattori (come i moti convettivi dovuti al riscaldamento del suolo), i quali scalderanno la superficie del termometro stesso (spesso metallica) rendendolo inaffidabile.
Per rendere uniformi le condizioni di osservazione in tutti i luoghi del mondo, i termometri devono essere collocati in ombra, all’interno di una capannina che li riparti dai raggi solari, ma che faciliti la circolazione dell’aria. Tale capannina viene a questo scopo posta a un’altezza minima di 1,5 metri, sopra un terreno erboso.
Per risolvere questi inconvenienti si può agire in due distinte maniere:
1) La prima soluzione, artigianale e non completamente esaustiva, è quella di misurare la temperatura mantenendo il termometro all’ombra e lontano da sorgenti di calore (quali ad esempio un muro, un’inferriata ecc…);
2) La seconda soluzione, quella migliore (nonchè adoperata da enti ufficiali meteorologici ed appassionati meteo), è quella di riporre il sensore della temperatura all’interno di uno schermo solare, di colore bianco, esposto al sole, lontano da fonti di calore.
Il colore bianco rifletterà le radiazioni solari, permettendo così un campionamento preciso.
Nell’immagine, uno schermo solare.
Da ciò possiamo dedurre di non fidarci di tutti gli altri rilevamenti, che sovrastimano enormemente i dati termometrici.
Per fare un esempio reale, basti considerare che l’11 Luglio 2012, la temperatura massima di Caltanissetta è stata compresa tra 39.8°C (Via Piave) e 40.4°C (zona Niscima). E’ tecnicamente impossibile (vista la configurazione a livello termico), che possano essere stati raggiunti valori superiori (figuriamoci 45 o 50°C!).